In Consiglio regionale si è consumata l’ennesima vicenda di misoginia da parte della Lega trentina. Dopo Savoi e le sue uscite sessiste contro le ex colleghe passate a FdI, ieri è stato il turno di Paoli e dei suo attacchi personali diretti alla collega dei STF per il suo abbigliamento, che il consigliere si è permesso di definire “da pigiama party”.
Dal sessismo più becero siamo passati al body shaming che, come quasi sempre accade, è stato diretto ancora una volta verso una donna per “rimetterla al suo posto” e screditarne le opinioni. Non è più tollerabile che chi siede nel Parlamento della nostra Regione, rappresentando i cittadini con il dovere di essere d’esempio, si permetta di utilizzare questi metodi e questo linguaggio.
La classe dirigente della Lega si dimostra ancora una volta assolutamente inadeguata.
Per la seconda volta, per chiedere rispetto delle donne e dell’Istituzione, abbiamo lasciato l’Aula. Ci sono questioni che sono fondanti della democrazia, dello stare assieme e dell’Autonomia e attengono al rispetto dell’alterità. Senza tale prerequisito anche l’elezione di un Presidente viene in secondo piano.
Paolo Zanella