Indennità dei consiglieri regionali, una partita vergognosa, nel metodo e nel merito.

Lug 21, 2021 | Comunicati, Consiglio provinciale, La voce di Futura, Lavoro, sviluppo e dignità, News, Paolo Zanella, Visioni

In Consiglio regionale si sta consumando una partita vergognosa, nel metodo e nel merito. Con un emendamento della SVP a prima firma del Presidente del Consiglio, Noggler, portato direttamente in aula all’ultimo, si pone il tema delle indennità dei Consiglieri nell’assestamento di bilancio regionale.

Nel metodo questa incursione è inaccettabile, perché ci sono diversi disegni di legge che trattano il tema, con diverse proposte su come determinare l’indennità consiliare. E soprattutto in un momento di crisi come questo è una partita che si poteva lasciare da parte.

Nel merito:

  • si sbloccano gli arretrati degli ultimi otto anni delle rivalutazione ISTAT delle indennità consiliari
  • si aumentano le indennità consiliari adeguandole alla rivalutazione in base all’indice ISTAT, ora e poi all’inizio di ogni legislatura (ADEGUAMENTO AUTOMATICO ALL’INDICE ISTAT RICONFERMATO, seppur ogni cinque anni: torna una sorta di scala mobile solo per i consiglieri regionali)
  • l’adeguamento non avviene rispetto all’indice ISTAT nazionale, ma a quello medio tra quelli delle città di Trento e Bolzano, notoriamente più alti (ADEGUAMENTO AL COSTO DELLA VITA LOCALE: solo per i consiglieri regionali una sorta di gabbia salariali)
  • viene abrogata la possibilità di rinunciare a tutta o a parte dell’indennità.

A sentire i colleghi della Lega, che hanno sostenuto questo emendamento, viene da pensare che quelli che oggi reclamano questi soldi come dovuti perché accantonati per loro, sono gli stessi che ogni volta in aula e in commissione mi attaccano quando chiedo di stanziare i fondi per il rinnovo del contratto pubblico (il Trentino è l’unico territorio in Italia a non averlo fatto).

E poi mi chiedo: non si poteva, se proprio, proseguire il percorso in Commissione su proposte che agganciano l’adeguamento ai contratti del pubblico invece che all’ISTAT?! Vedi poi che veloci diventavano a rinnovarlo. E poi: era il momento durante questa crisi con persone disoccupate e che hanno perso reddito?!

Ovviamente ho votato contro. Ovviamente è passata coi voti della maggioranza.

Paolo Zanella

 

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