Sono ormai decorsi da oltre un mese i termini entro i quali la Provincia avrebbe dovuto adottare il provvedimento generale di programmazione dell’assistenza sanitaria territoriale (art 1 del DM 77/2022: entro 6 mesi dalla pubblicazione in gazzetta Ufficiale, avvenuta nel giugno scorso), ma dell’atto di programmazione non si hanno notizie. Fortuna che la sanità territoriale doveva essere la priorità!
Con il DM 77 del 23 maggio 2022, infatti, il Ministero della Salute ha emanato il “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN”, delegando a Regioni e Province autonome una declinazione territoriale della programmazione. In virtù della nostra Autonomia avremmo dovuto darci da fare più di altri nel proporre modelli di gestione innovativi, integrando gli standard statali e offrendo risposte appropriate ai diversi territorio.
Dal Piano Operativo Provinciale (POP) sulla Missione 6, Componente 1 del PNRR, si sa solo che verranno istituiti 3 Ospedali di comunità, 5 Centrali Operative Territoriali (COT), 10 Case della comunità.
Queste ultime ad oggi rimangono strutture vuote (tra l’altro sono il numero minimo previsto e lasciano scoperte alcune aree territoriali come valli Giudicarie e Primiero) visto che senza atto di programmazione dell’assistenza territoriale nulla si sa dell’organizzazione che l’assessora Segnana ha in mente (integrazione di ulteriori servizi nelle CdC? modalità di realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria?) e nemmeno delle dotazioni di personale necessarie, che vanno quantificate anche per pianificare la formazione.
Sull’implementazione della figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità sembra tutto fermo, senza nessuna progettualità all’orizzonte. Dell’aumento dei posti in hospice, poi, (nel DM 77/2022 previsti 8/10 posti/100.000 abitanti) non si conosce quale sia il programma complessivo per dare risposte diffuse alle persone che affrontano la fase terminale della malattia.
Insomma, sull’assistenza territoriale, che dovrebbe essere il perno della riorganizzazione sanitaria, al di là della riproposizione dei distretti, manca una visione organizzativa d’insieme, nonostante sia stata sollecitata dal Governo centrale con apposito decreto ministeriale. Anche su questo, come in tanti altri ambiti della sanità, la Giunta brancola nel buio.
PAOLO ZANELLA
Consigliere provinciale del Trentino – Futura