Pompaggio di acqua per l’innevamento artificiale delle piste: davvero lo si ritiene ancora un modello sostenibile?

Apr 22, 2022 | Ambiente e sviluppo sostenibile, Comunicati, Consiglio provinciale, Interrogazioni, News, Paolo Zanella, Visioni

Premesso che:

la delibera di giunta n. 625 del 14 aprile 2022 ha stabilito di rilasciare al Sindaco del Comune di Predazzo, sulla base della deliberazione della Giunta esecutiva del Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino n. 7 di data 25 gennaio 2022, l’autorizzazione ai sensi degli articoli 95 e 97 della legge provinciale 4 agosto 2015, n. 15 (Legge provinciale per il governo del territorio), per realizzare in deroga alle norme di attuazione del Piano del Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino, un nuovo impianto di sollevamento acqua dal Lago Fortebuso a località Campo per l’innevamento programmato della Ski area Alpe Lusia;

lo scopo dell’opera è quello di garantire e rendere più efficiente l’innevamento programmato con l’implementazione dell’impianto di pompaggio, migliorando la gestione delle piste e quindi l’offerta turistica che però, in questi termini, non si può più considerare sostenibile;

l’autorizzazione viene concessa nonostante il grido di allarme degli scienziati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) che il 28 febbraio 2022 hanno presentato il report “Cambiamenti climatici 2022: impatti, adattamento e vulnerabilità”. L’ennesimo appello per un’azione immediata e più ambiziosa per affrontare i cambiamenti climatici, responsabili di profonde modifiche nei cicli idrologici, con sempre maggior rischio di eventi estremi, tra i quali la siccità. Un problema, la siccità, che quest’anno si sta verificando su tutto l’arco alpino e su parte degli appennini a seguito di un autunno e di un inverno estremamente miti e secchi. A questo si aggiunge una sempre più rapida riduzione di volume dei ghiacciai alpini;

i dati raccolti dal report Nevediversa 2022 di Legambiente ci dicono che, benché con anomalie meno marcate rispetto alle Alpi occidentali, anche in quelle orientali l’inverno non era mai stato tanto mite e asciutto insieme, con 5,3 °C di temperatura media e 71,2 mm di pioggia e neve fusa, superando il precedente connubio record tiepido-secco del recente inverno 2019-20 (5,6 °C e 94 mm);

le immagini risultano più eloquenti dei dati. Proprio nel periodo in cui i laghi di montagna dovrebbero essere a pieno livello per lo scioglimento della neve accumulata in inverno e i fiumi dovrebbero essere a piena portata, l’Adige e il Po risultano essere ai livelli riscontrati normalmente in agosto e le foto scattate del lago di Tovel sono rappresentative di un inverno secco e con poca neve che ha ridotto lo specchio d’acqua a livelli mai visti. Anche gli invasi artificiali attualmente risultano riempiti a un quinto della loro capacità;

la siccità prolungata sta creando problemi idrici in agricoltura e tensioni politiche tra i territori. Il Veneto chiede a Trentino e Alto Adige di rilasciare acqua dai bacini artificiali e la risposta dell’assessore Tonina è chiara nell’esprimere lo status quo rispetto alla crisi che stiamo attraversando: “Da sei mesi non piove, per avere una nevicata abbondante dobbiamo andare indietro nel tempo e non ci sono riserve”. Con la carenza di acqua il conflitto tra i diversi utilizzi emerge in tutta la sua drammaticità;

la carenza idrica ha messo in allarme il fronte energetico, con un importante calo di produzione di energia idroelettrica per scarsità d’acqua, in un periodo, tra l’altro, in cui la produzione industriale di energie rinnovabili sarebbe cruciale. Gli agricoltori hanno iniziato ad irrigare e il rischio di insufficienza d’acqua a breve mina le colture;

nel citato report “Cambiamenti climatici 2022: impatti, adattamento e vulnerabilità”, si afferma che la vulnerabilità degli ecosistemi ai cambiamenti climatici sarà fortemente influenzata da usi e gestioni non sostenibili dell’acqua e che sono fondamentali, oltre alle azioni di mitigazione, anche quelle di adattamento, tra le quali in primis il risparmio della risorsa idrica e un uso oculato a seconda delle priorità;

la scarsità d’acqua impone – come già prevede la norma – che la si usi in primis per uso potabile e irriguo (magari a scopo agricolo più che per i prati della Trentino Music Arena) e poi per l’uso industriale per la produzione idroelettrica. In un quadro di scarsità della risorsa idrica, l’innevamento artificiale e la realizzazione di nuove infrastrutture per alimentarlo non pare proprio una priorità, a fronte di un clima che sempre meno garantirà il perdurare di un modello di turismo basato sullo sci alpino;

a seguito dei cambiamenti climatici, le aree montane necessitano di politiche oculate e sostenibili anche nel settore turistico, che ha grandi impatti sull’ecosistema. In merito a quello invernale sappiamo che il 44 % degli sciatori di tutto il mondo sceglie le Alpi, ma questo scenario è destinato a cambiare. Al di là delle aspettative degli operatori turistici la neve naturale è un evento meteorologico sempre più raro e la neve artificiale è un prodotto industriale tanto costoso quanto insostenibile;

sono in continua crescita gli italiani che preferiscono una montagna con atmosfere autentiche, che non cercano un surrogato del divertimentificio cittadino ma soggiorni a contatto con la natura, la cultura e le tradizioni locali. Una domanda di vacanza che impegna imprenditori e Comuni a valorizzare le proprie specificità. Aumentano le località che hanno intrapreso la riconversione verso pratiche sportive e escursionistiche più consone al clima in mutamento, banco di prova per un nuovo modello di sviluppo montano con offerte turistiche a basso impatto e destagionalizzate;

di fatto è quanto stabilisce anche l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU al target 8.9, “elaborare e attuare politiche volte a promuovere il turismo sostenibile, che crei posti di lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali” e al target 12.8.b, “sviluppare e applicare strumenti per monitorare gli impatti di sviluppo sostenibile per il turismo sostenibile”;

nella Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile (SproSS) viene posta attenzione su quelle azioni atte a promuovere la domanda e accrescere l’offerta di turismo sostenibile e ridurre l’impronta ecologica del turista. Il documento dà particolare attenzione al mantenimento in buono stato ecologico dei sistemi idrici, massimizzandone l’efficienza e adeguando i prelievi alla scarsità d’acqua;

è difficile quindi comprendere come il progetto autorizzato di pompaggio di acqua dal lago Fortebuso per l’innevamento artificiale delle piste da sci possa considerarsi ancora sostenibile e lungimirante.

 

A seguito di queste premesse

SI INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE PER SAPERE:

  1. se ritengano coerente la costruzione di un impianto di pompaggio di acqua per l’innevamento artificiale rispetto a quanto previsto dai documenti d’indirizzo e pianificatori internazionali e provinciali (SproSS) che mettono al centro la sostenibilità e quindi la tutela ambientale e l’utilizzo oculato della risorsa idrica;

  2. se non ritengano che sia il momento di sostenere con maggiore radicalità la transizione verso un turismo più sostenibile e destagionalizzato, che immagini alternative percorribili al turismo della neve che, nel contesto di cambiamento climatico che stiamo vivendo, sarà sempre più un’eccezione metereologica, sempre meno compensabile artificialmente causa siccità e innalzamento delle temperature;

  3. se non si ritenga impattante la costruzione in deroga di un sistema di pompaggio all’interno di una parco naturale;

PAOLO ZANELLA
Gruppo consiliare FUTURA

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