Futura presenta un’interrogazione in Consiglio provinciale:
Con il PNRR il Paese si è impegnato a potenziare e riorganizzare le cure territoriali, per dare risposte di prossimità a una popolazione che invecchia e che sempre più è affetta da comorbidità e disabilità. Peccato che nella proposta dell’APSS di riorganizzazione della sanità trentina, ancora non si è ben capito che ruolo occuperanno queste Case della Comunità.
Saranno il punto privilegiato di accesso di cittadini e cittadine anche in Trentino? Quante ne serviranno per rispondere ai bisogni di salute del territorio? Dislocate dove? A che tipo di bisogni dovranno rispondere e quindi quali professionalità saranno necessarie? A tutte queste domande finora non sono pervenute risposte.
Le Case della Comunità paiono un corpo alieno dentro la riorganizzazione sanitaria. “Da Roma ci finanziano solo i muri”, questa la risposta dell’assessorato alle sollecitazioni. Ma avrete idea di quanti presidi di prossimità ci servono e dei bisogni a cui dare risposta o decide Roma anche su questo!? Alla proposta di inserire nelle Case della Comunità i servizi sociali, come previsto dal PNRR (risoluzione di Futura bocciata durante la discussione in Consiglio sul PNRR), ci si sente rispondere che Roma non lo prevede più. Cosa non vera: nell’ultima bozza delle linee guida di Agenas l’integrazione socio-sanitaria è assolutamente centrale. Invece di fare di più e meglio, magari integrando nelle Case della Comunità pure l’assistenza psicologica – di cui c’è estremo bisogno – facciamo di meno, e togliamo pure i servizi sociali. Poche idee e ben confuse a discapito dell’Autonomia e soprattutto della salute dei Trentini.
Dulcis in fundo, senza avere esplicitato quante Case della Salute servano, dove si pensa di collocarle, come si pensa di organizzarle e con quali funzioni e professionalità, la Giunta e l’APSS iniziano a siglare Protocolli d’intesa con i sindaci – per ora di Predazzo e Cles – senza aver prima definito ed esplicitato un progetto complessivo alla comunità trentina. Nulla contro queste scelte, ma contro il modo con cui si portano avanti.
Prima pare che fai le Case della Comunità quasi perché ti vengono imposte. Non si capisce se per te sono un modello utile per la presa in carico territoriale o meno. Non sai quante vuoi farne. Non sai cosa metterci dentro. Dici che il sociale no, non ci sta, poi sui giornali ne parli come di un presidio socio-sanitario. Poi sigli accordi coi sindaci per realizzarle senza avere esplicitato un’idea complessiva di dove collocarle. Qua siamo alla schizofrenia della sanità trentina.
Con questa gestione miope e approssimativa rischiamo che l’opportunità data dal PNRR di riorganizzare la sanità per dare risposte di prossimità integrate (e per il socio sanitario questo è fondamentale e non più differibile) diventi l’ennesima occasione persa per garantire appropriatezza e sostenibilità al nostro sistema socio-sanitario.
Paolo Zanella
Consigliere provinciale del Trentino
Futura
Consigliere regionale del Trentino – Alto Adige/Sudtirol
Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda