FUTURA aderisce all’appello di Bozen solidale contro l’apertura di un CPR in regione

Set 9, 2021 | Comunicati, La voce di Futura, Nessuno resti indietro, News, Partecipazione e comunità, Visioni

FUTURA aderisce alla lettera appello di Bozen solidale contro qualsiasi ipotesi di apertura in Regione di un CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio).

L’appello fa seguito alle dichiarazioni del Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher di voler aprire in Regione – in un luogo ancora da definire, ma probabilmente al confine tra le due province – un CPR.
La notizia non ha avuto particolare seguito sulla stampa, ma molte associazioni che in Regione si occupano da anni di inclusione e accoglienza, si sono adoperate da subito per contrastare l’apertura del Centro previsto da un accordo con il Ministero (decreto Minniti n. 13 del 2017).
I CPR sono strutture di detenzione amministrativa. Non sono prigioni come tutte le altre, non ci finisci per aver commesso un reato e non sono nemmeno funzionali a qualche tipo di riabilitazione. Sono luoghi di privazione della libertà personale destinati ai cittadini non provenienti dai paesi dell’Unione Europea che risultano presenti irregolarmente sul territorio italiano.
Ogni struttura presente in Italia è gestita in modo diverso e non risponde a requisiti minimi di garanzie costituzionali. Le associazioni e la stampa non possono accedere così come non è permesso ai “ristretti” di avere una continuità nell’assistenza legale che permetta loro di poter accedere a soluzioni alternative.
I CPR dovrebbero essere strutture di “passaggio” che facilitino il rimpatrio ma i dati emersi dal rapporto del Garante nazionale delle persone private della libertà personale sui Centri di Permanenza per il Rimpatrio nel corso degli anni 2019 e 2020 evidenzia l’esiguo numero di rimpatri (al di sotto del 50% dei detenuti) portati a termine.
Inutile (e francamente ipocrita) proclamare di essere una terra di accoglienza per i profughi afghani e pochi giorni dopo prevedere di costruire in Regione un luogo di detenzione per chi ha la sola colpa di essere sfuggito da luoghi di povertà e conflitto.
I CPR non devono essere la soluzione e l’alternativa a una vera e seria politica dell’accoglienza. Lo sappiamo soprattutto noi trentini che abbiamo visto smantellare dalla giunta leghista il sistema di accoglienza diffusa di migranti e richiedenti asilo, esempio di accoglienza di eccellenza in Italia.
Sul nostro territorio, terra d’Autonomia nata dall’incontro di culture e popoli, una struttura di questo tipo non può esistere.

Il Direttivo di FUTURA – partecipazione e solidarietà

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